Ottobre 2011
Tutt'altra musica!
Tutt'altra musica!
di Gabriele Michi
Un “Americano” da
sorseggiare lentamente, giusto per non compromettere il ritmo blando
di un meritato relax post lavorativo. Il barman guarda l'orologio,
ansioso di chiudere bottega ed incurante del chiacchiericcio dei
clienti. Il tempo è tiranno ma Filippo Margheri ha ancora molto da
raccontare. Parla del suo presente, nella veste di Ingegnere delle
vetture ma, soprattutto, del suo passato, nel ruolo di “frontman”
di quella che viene considerata la più grande rock band italiana
degli ultimi venticinque anni.
Nella Firenze d'oltrarno
del 1980, in quella famosa cantina di Via de' Bardi, sono nati i
Litfiba. Lo stesso anno, nella stessa città, è nato il ragazzo che
sarebbe riuscito ad impugnare il loro microfono nell'epoca
pre-reunion.
Lo stesso che, adesso,
viene definito il nuovo “cervello” di casa Procar.
- Musica e meccanica, due
passioni concretizzate al meglio...
“Quella dei Litfiba è
stata un'occasione da prendere al volo. Ad indirizzarmi verso la loro
sala prove fu un carissimo amico, consapevole del fatto che la band
volesse riorganizzarsi con un nuovo cantante. Fui l'unico a non
imitare Piero Pelù, mantenendo quelle che erano le mie
caratteristiche. Montai così sul loro palco, pur non dimenticando
gli studi e gli esami che mi separavano dalla laurea in Ingegneria
meccanica”.
- Dagli applausi ricevuti
ti sei trovato a lavorare per farli prendere ad altri... come hai
vissuto questo cambiamento?
“Un passaggio che ho
interpretato con serenità, frutto del ritorno di Piero Pelù nella
band ma anche occasione di mettere in pratica una professione vera.
Lavorare in un ambiente come Procar dà soddisfazione e, di applausi,
spero che la struttura possa farne ricevere ancora molti. Il rally si
sta rivelando un'esperienza bellissima, mi sta riservando molte
sorprese, visto che non mi ero ancora avvicinato al mondo delle
competizioni: lavorare con le nuove Citroen DS3 e con giovani come
Simone Campedelli non è cosa di poco conto. Senza dimenticare Andrea
Crugnola, un ragazzo che ha fatto un gran gioco di squadra. E poi
l'ambiente, luce per gli occhi di un “fissato” della meccanica
come me.”
- La legittima
realizzazione di chi, ancora giovane, smontava e “truccava”
motorini...
“E non solo. Compiuti
i diciotto anni ho acquistato un'auto d'epoca, un Maggiolino cabrio.
Decisi così di allestire un'officina in un vecchio fienile di
campagna: lì ho dato sfogo alla mia passione, tra ponte sollevatore
e banchi prova. Continuando a cantare in quella che era una band
fatta di ragazzi giovanissimi, i Miir. Arrivarono le prime
soddisfazioni in entrambi i contesti. Red Ronnie ci volle a Roxy Bar
ed Help, due programmi di quella che era Videomusic”.
- Musica e motori, ancora
di pari passo...
“Guarda che il mio
lavoro attuale, nei rally, non è così poi lontano dalla concezione
di quello che ho vissuto con Miir e Litfiba. In entrambi i casi ci
spostiamo di città in città, vivendo intensamente l'ambiente che
incontriamo. Sono due strade che hanno sempre corso parallelamente,
un intreccio di esami dati tra un concerto e l'altro, tra scalette da
rispettare ma con la mente rivolta, magari, alla tesi sui motori a
combustione”.
- Ma il Filippo sognatore
si vedeva più con un microfono in mano o tra i motori?
“Il Filippo sognatore
non ha smesso di sognare, questo è certo. Bisogna, tuttavia,
riconoscere ciò che è arte. Purtroppo questa sta scomparendo anche
nella musica, non sono più gli anni settanta. Ricordo ancora una
discussione con Ghigo Renzulli nei primi giorni della parentesi
Litfiba, mi disse che sarei dovuto nascere cinquant'anni fa per le
concezioni che avevo. Se penso ad un artista, penso ad una persona
che può esprimersi liberamente, dire ciò che pensa senza essere
legato ad obblighi che, allo stato attuale, la fanno da padrone. Un
lavoro a tutti gli effetti, ma se devo scegliere tra quello di un
artista imbavagliato ed un lavoro vero, posso ritenermi soddisfatto
della mia attuale posizione. Non rinnegando, però, l'esperienza
vissuta con i Litfiba”.
- Nessun rimpianto,
quindi...
“Bè, a dire il vero
non è proprio così. Vista l'esperienza dei concerti di Aosta e
Modena, dove ci fu il pubblico delle grandi occasioni e dove, tengo a
precisare con soddisfazione, nessuno urlò “Piero-Piero”, alcune
decisioni credo si siano rivelate molto avventate. L'occasione era
quella di suonare in un importante contesto, il classico palcoscenico
che avrebbe potuto dare l'impennata al nuovo progetto Litfiba, in
anticipo sulla stagione estiva. Fu deciso di non andare, limitati
dall'assenza di un componente. Ci avrebbe permesso di suonare con più
continuità nella stagione estiva, incrementando le date previste.
Poi il resto, con alcune scelte manageriali che lasciavano presagire
un finale già pianificato da tempo”.
- Una porta chiusa
definitivamente, quella del rock?
“Del domani non vi è
certezza, quindi mai dire mai. So solo che non aver dato al pubblico
altre mie canzoni, dopo due brani decisamente apprezzati, rimarrà
sempre un mio cruccio. Due canzoni che hanno testimoniato un nuovo
corso nella storia dei Litfiba, riconosciuto anche dai vecchi fans.
Due anni dove, con il rock di vertice, non ho guadagnato un centesimo
ma che giustificavo come fosse stato un investimento per il futuro.
Poteva andare diversamente, avevano tutte le possibilità per farla
andare diversamente. Dopo quello che ho fatto per loro, loro potevano
fare qualcosa per me: non l'hanno fatto, continuando a fare buon viso
a cattivo gioco”.
Filippo Margheri: tra
musica e meccanica.
Laureato in Ingegneria
Meccanica, Filippo Margheri vanta un passato di primo livello nel
panorama musicale nazionale. Inizia a suonare il sassofono a tredici
anni ma è da cantante che riesce ad esprimersi al meglio, dando
inizio ad una carriera che lo vedrà calcare i palcoscenici di
importanti eventi come I-Tim Tour insieme ai Miir, premiata come
miglior band emergente toscana e protagonista nella finale nazionale
del Foro Italico, davanti a novantamila persone.
Una parentesi da solista
prima della grande occasione, quella che dal 2007 al 2009 lo ha
portato ad essere la voce dei Litfiba, nonchè autore di due
apprezzati brani quali “Sepolto vivo” e “Rabbia in testa”,
inseriti nel nuovo progetto “Five on Line”. Il ricongiungimento
tra Ghigo Renzulli e Piero Pelù, reduce da un'esperienza da solista,
causa l'uscita di scena di Margheri dalla rock band fiorentina.
Gli studi in Ingegneria
Meccanica e la conseguente laurea lo hanno portato, da giugno 2011,
ad essere l'Ingengere-vetture di Procar. Fidanzato con Jugoslava,
apprezzato architetto serbo, con il quale sogna un futuro insieme.
Intervista redatta da Gabriele Michi, per "RS Rally Slalom ... e oltre" - Ottobre 2011
Il link al "promo" di BULLI & BULLONI, ottobre 2016: https://goo.gl/dRqDy7
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